La rivista per la scuola e per la didattica
OPINIONI

Ma chi te lo fa fare di insegnare?

Fare l’insegnante è tutt’altro che semplice, fra complessità burocratiche, onnipresente precariato e rischio di burnout. Per questa ragione, una delle domande che i docenti si sentono rivolgere è “ma chi te lo fa fare?”.

La questione non è banale, e anzi si lega alle crescenti difficoltà di un mestiere che dovrebbe consistere nel formare gli studenti, e che invece è sempre più difficile da compiere.

Se ormai è molto condivisa l’idea secondo cui fare l’insegnante sia un mestiere usurante, lo scrittore e docente Enrico Galiano offre una prospettiva diversa, più profonda per certi versi.

In un post sul suo profilo Facebook link esterno, infatti, Galiano parte proprio dalla domanda “ma chi te lo fa fare?” per parlare dei momenti unici che soltanto un insegnante può comprendere. E che riportano alla dimensione originaria del suo ruolo: il rapporto con gli studenti.

Ma chi te lo fa fare?

Come dicevamo, il punto di partenza è proprio la domanda: ma chi te lo fa fare? Di fronte ai problemi, alla burocrazia, alle difficoltà, cosa spinge gli insegnanti ad andare avanti? Per alcuni sarà la passione, come spesso ricorda l’influencer Edoardo Prati, ma non si tratta soltanto di questo. Secondo Enrico Galiano:

Ma chi te lo fa fare? Se hai scelto di fare questo mestiere, è una domanda che ti senti fare, ogni tanto. E, anche se non te lo chiedono proprio proprio con le parole, spesso la vedi scritta negli occhi della gente, amici e parenti che ti guardano con quell’espressione un po’ così, mezza compassione mezza: MAH. Già. Chi me lo fa fare.

La verità è che fare l’insegnante è una vocazione, un percorso di vita alimentato da alcuni momenti di pura magia che permettono di superare tutte le incertezze e le difficoltà. Lo scrittore e docente parla anche di alcuni di questi momenti.

LEGGI ANCHE
“Mio figlio non legge mai, che devo fare?”: i consigli dell’insegnante scrittore Enrico Galiano

Perché fare l’insegnante?

Ci sono infatti alcune storie che possono colpire la sensibilità, il percorso di vita o anche l’animo di un insegnante. Ed Enrico Galiano ne ricorda alcune, particolarmente significative nella sua carriera.

C’è per esempio una studentessa che si sentiva scoraggiata dopo un compito in classe pieno di errori, ma riacquista il sorriso dopo un semplice elogio della sua scrittura. D’altronde, ricorda lo scrittore e docente, con l’esercizio è possibile superare gli errori, ma lo stile è qualcosa di innato e personale.

Poi c’è anche la storia di uno studente silenzioso e distratto che, tuttavia, un giorno ricorda alcuni dettagli di una lezione precedente. La classe si stupisce e ancora di più lo fa l’insegnante, conscio che il suo impatto va sempre oltre le aspettative, in un modo o nell’altro.

Infine, Galiano parla anche di una studentessa ansiosa e riservata che tuttavia un giorno decide di candidarsi come sindaca degli studenti. E d’altronde non c’è modo migliore di crescere se non mettere sé stessi in discussione e provare a superare i propri limiti.

Una risposta alla domanda

Alla fine, la vera risposta alla domanda “ma chi te lo fa fare?” si trova spesso nelle storie personali e nel percorso di vita degli studenti. Come abbiamo visto nel paragrafo precedente, non si tratta di momenti straordinari o magici in senso stretto, quanto di momenti quotidiani che assumono una valenza straordinaria nella percezione dell’insegnante e nel suo rapporto con gli studenti. Conclude Galiano:

Chi me lo fa fare. Quell’istante. Quello lì. Quello che due secondi prima non sono ancora niente, e poi li vedi diventare qualcosa. Quello che prima era solo terra e poi sbam, appare un germoglio che la terra la rompe e grida la sua voglia di sbocciare. Quello in cui uno solo, un solo fiore, ti ripaga di tutto il tuo sudore, di tutto il tuo seminare.

In fondo, nonostante le difficoltà e gli ostacoli, la vera soddisfazione consiste nel vedere i propri studenti che realizzano sé stessi, trasformandosi in qualcosa che l’insegnante ha contribuito a individuare. E tirar fuori.

CONDIVIDI L'ARTICOLO

ARGOMENTO

SI È PARLATO DI


Susanna Tamaro: “A scuola andavo male, le prof mi strappavano i temi in faccia dicendomi che non si capiva nemmeno di cosa parlassi”

Susanna Tamaro a scuola

Vedere crescere i propri figli è una delle più intense emozioni di un genitore: da bambini diventano ragazzi e poi giovani sempre più indipendenti. In questa fase, è naturale che i genitori cerchino di proteggere i figli da tutto ciò che sembra negativo. Eppure, questo atteggiamento spontaneo rischia di sfociare in comportamenti iperprotettivi, che finiscono per fare più danni di quanto non si pensi. Ne parla Susanna Tamaro nel corso…

Mi preoccupa l’intelligenza artificiale a scuola, credo sia pericolosa. Innovazione digitale? Basta, è meglio investire nel pagare la formazione degli insegnanti, anche all’estero

pagare la formazione degli insegnanti

Che l’innovazione tecnologica possa offrire grandi opportunità alla didattica non è certo un mistero. Fra sperimentazioni con l’intelligenza artificiale e dispositivi elettronici come strumento educativo, la scuola sembra ormai avviata verso il futuro. Non tutti sono tuttavia d’accordo. Se infatti è vero che tecnologia e opportunità vanno spesso insieme, allo stesso tempo è bene ricordare quali sono i rischi di un abuso di questi strumenti, a partire dalle intelligenze artificiali….

Bibbia nella primaria? Ok, ma allora anche il Corano

bibbia nella primaria

Roberto Vecchioni ha sempre avuto un legame speciale con il mondo scolastico, e non soltanto perché viene da un passato da docente. Negli anni, il cantautore italiano è rimasto vicino agli studenti, osservando da vicino le loro aspirazioni, i loro sogni e le sfide che affrontano. Di recente, poi, Vecchioni ha condiviso il suo punto di vista sulle necessità degli studenti ma anche sulle nuove linee guida proposte dal ministro…

Un italiano su due parla male, o non parla proprio, una lingua straniera

parlare male una lingua straniera

Oggi più che mai conoscere almeno una lingua straniera è una competenza indispensabile per farsi strada in un mondo sempre più interconnesso. Tuttavia, sebbene la capacità di comprendere e comunicare in diverse lingue apra nuove opportunità, l’Italia sembra rimanere indietro. Secondo un sondaggio condotto da Censuswide per Preply , infatti, un italiano su due parla soltanto la sua lingua madre, e non conosce neanche una lingua straniera. Vediamo qual è…

La musica dovrebbe essere letta e analizzata sui banchi di scuola, con artisti come De André, De Gregori e Dalla studiati durante l’anno scolastico

musica sui banchi di scuola

A scuola si dovrebbero studiare le canzoni di Fabrizio De André e Francesco De Gregori, o ancora di Lucio Dalla. A sostenerlo è Fiorella Mannoia, fra le cantanti italiane più famose in assoluto, durante la rubrica Atupertu di Radio Italia . La chiacchierata fra l’artista e la redazione radiofonica è diventata anche l’occasione per parlare del rapporto con la scuola e per approfondire l’importanza della musica nel proprio percorso di…

Il ministro dell’istruzione: “Le mie abilità logiche derivano dall’aver studiato bene il latino”

abilità logiche

Fra le nuove linee guida di Giuseppe Valditara, una delle più discusse è quella che riguarda il ritorno del latino alla scuola secondaria di primo grado. Alcuni vedono nella proposta una tendenza nostalgica e ideologica, per altri rappresenta un modo per far convivere la tradizione e la modernità nel nostro sistema educativo. Ne parla proprio il Ministro dell’Istruzione e del Merito durante un’intervista a Radio Libertà , occasione per tracciare…

L’idea dell’insegnante per coinvolgere gli alunni: “Riconsegno i compiti in classe con i voti da scoprire come i gratta e vinci”

voti come gratta e vinci

Di fronte ad un presente che cambia continuamente, è naturale che anche la scuola senta il bisogno di andare incontro alle nuove tendenze. Certo, ancora oggi la maggior parte dei docenti utilizza la lezione frontale ma, allo stesso tempo, ci sono insegnanti che provano a coinvolgere i loro studenti. In particolare, di recente si è molto parlato di un metodo innovativo per evitare che la consegna dei compiti diventi un…

Quest’anno nelle scuole superiori si sono iscritti 50.000 studenti in meno: la causa è il calo demografico. A rischio l’editoria e 130mila insegnanti

studenti in meno

Da diversi anni ormai il calo demografico costituisce uno dei problemi dell’Italia, e può portare a conseguenze potenzialmente catastrofiche. Il fenomeno infatti comporta un maggiore numero di anziani a fronte di un minore numero di giovani, con ricadute sull’economia e sulla forza lavoro, ma non solo. Uno degli effetti del calo demografico riguarda anche la scuola, che registra sempre meno studenti iscritti ogni anno. In particolare, per il prossimo anno…

Valditara dovrebbe posare il telefonino e smetterla di riprodurre per la scuola lo schema dell’algoritmo dei social network

algoritmo dei social network

La nuova scuola proposta da Giuseppe Valditara non sembra aver incontrato il favore di buona parte dell’opinione pubblica e del mondo culturale italiano. Il ritorno del latino alla secondaria di primo grado e della Bibbia alla primaria, entrambe iniziative fortemente volute dal Ministro, hanno infatti generato un dibattito acceso tra favorevoli e contrari. Eppure, molte delle voci non criticano tanto i contenuti quanto il metodo. Per esempio secondo Tomaso Montanari,…

E se per combattere il burnout degli insegnanti concedessimo un anno sabbatico ogni cinque di servizio?

burnout degli insegnanti

La classe docente italiana è la più anziana d’Europa e, al tempo stesso, ha una retribuzione fra le più basse considerando la media UE. Si tratta di dati conosciuti ormai da tempo, e che il rapporto Education at a Glance 2024 ha confermato, ma non rappresentano le uniche sfide di un mestiere sempre più complesso. Fra gli insegnanti italiani è infatti sempre più alto il rischio di burnout, ossia il…

Novità Invalsi 2025

X