Quello dell’educazione finanziaria a scuola è un tema che ciclicamente torna al centro del dibattito pubblico. Da anni ormai i temi legati al risparmio e all’economia sono sempre più importanti per gli italiani, e molte persone ritengono che competenze di questo tipo siano essenziali per i ragazzi.
Ma davvero è necessario introdurre l’educazione finanziaria già alla scuola primaria, come previsto dalle ultime normative, oppure si rischia di togliere spazio ad altre discipline altrettanto fondamentali? Come vedremo, entrambe le posizioni hanno pro e contro, ma anche soluzioni interessanti.
Educazione finanziaria in Italia
Il punto di partenza è l’indagine OCSE PISA 2022 sulla Financial Literacy che, in relazione alla situazione italiana, ha messo in luce alcuni dati interessati. Eccone alcuni:
- gli studenti italiani conoscono meno termini finanziari fondamentali rispetto alla media OCSE;
- gli studenti provenienti da famiglie più svantaggiate parlano poco di economia, meno rispetto ai coetanei con un background privilegiato;
- i giovani parlano più di spesa quotidiana con la famiglia che di temi come il risparmio o la gestione finanziaria;
- anche in materia di educazione finanziaria l’Italia sembra essere divisa in due con il nord più preparato rispetto al sud, e gli studenti degli istituti tecnici più preparati rispetto agli altri.
Nonostante queste differenze rispetto alla media europea o all’interno del contesto italiano, più di 6 studenti italiani su 10 ritengono che l’educazione finanziaria sia molto importante. Soltanto 4 su 10, tuttavia, pensano che l’argomento sia interessante.
Pro e contro
Come dicevamo nell’introduzione, e come d’altronde confermano i dati del rapporto OCSE PISA, gli studenti italiani sono interessati al tema dell’educazione finanziaria a scuola. Il problema rimane: come introdurre l’insegnamento? Va bene già farlo dalla scuola primaria oppure bisogna attendere? Sono due le principali posizioni al riguardo :
- da un lato, c’è chi è convinto che bisogna parlare di educazione finanziaria a scuola a partire da concetti semplici, e continuare poi con concetti più complessi;
- dall’altro lato, molti ritengono che per dare spazio all’educazione finanziaria a scuola si dovrebbe sacrificare del tempo già impiegato per altre materie, ben più importanti.
In particolare, secondo quest’ultima posizione, la scuola deve insegnare a pensare, non la finanza. Al massimo, dovrebbero essere i genitori ad introdurre i ragazzi ai concetti dell’educazione finanziaria, senza gravare ulteriormente su una scuola in cui le ore sono sempre troppo poche.
Eppure, a livello europeo la storia è diversa, con diversi Paesi che hanno intenzione di integrare i concetti finanziari all’interno dei programmi scolastici, o lo hanno già fatto. Uno degli esempi più interessanti è quello della Danimarca, in cui l’educazione finanziaria è obbligatoria a partire dai 13 anni in su. Ma per la primaria?
educazione finanziaria a scuola
Che anche i bambini debbano conoscere alcuni semplici concetti finanziari non è certo in dubbio, ma rimane il problema di come introdurre il loro studio nella scuola primaria. Una risposta è arrivata dal sussidiario “Incanto”, edito da Gruppo Editoriale ELi, che include un’intera sezione dedicata all’educazione finanziaria.
Il capitolo si intitola “La mia prima educazione finanziaria” e propone diverse attività pratiche per insegnare ai bambini concetti economici attraverso il gioco. Grazie ad esse, gli alunni imparano facilmente:
- come gestire un budget, magari per acquistare quaderni, colori e altri materiali scolastici;
- come pianificare le spese, con l’obiettivo di organizzare una festa di classe;
- l’importanza di dividere il budget per le spese dal risparmio.

Benché sia una competenza fondamentale nella società contemporanea, l’educazione finanziaria non riceve l’attenzione che merita. Saper gestire il denaro, comprendere concetti come inflazione e risparmio, essere consapevoli delle proprie scelte finanziarie può fare la differenza nella propria vita.

INCANTO
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Per questa ragione, è importante imparare a maneggiare queste nozioni nel quotidiano e già da piccoli, a partire dalla scuola elementare. E magari con il manuale giusto.