Metodo di studio. Quante volte ne abbiamo sentito parlare, sia da studenti che da insegnanti. Si è tentato di insegnarlo, di trasmetterlo, di educare a costruirne le basi, tuttavia una ricetta standardizzata per il successo pare non esistere proprio.
Ci sono però delle linee guida, degli atteggiamento che possiamo provare a proporre – o a mettere in atto – per finalizzare lo studio indirizzandolo verso una maggiore efficienza.
Un primo step da prendere in considerazione è quello relativo alla durata dello studio. Sappiamo bene che la nostra capacità di attenzione è limitata, dunque sessioni di studio brevi, ma molto intense, potrebbero risultare più efficaci di momenti più distesi nel tempo. Una buona alternanza tra fasi di lavoro e di riposo potrebbero allora portare buoni frutti.
In secondo luogo è fondamentale eliminare ogni possibile distrazione. Smartphone, tablet, pc e altri strumenti capaci di distogliere rapidamente la nostra attenzione dallo studio devono essere tenuti lontani. Sforzo notevole, certo, vista la frenesia a cui siamo quotidianamente abituati, ma decisivo per imparare – o insegnare – a portare avanti con costanza il proprio impegno.
Metodo di studio efficace: le mappe mentali
Mappe concettuali, diagrammi e mappe mentali sono tecniche straordinariamente efficaci. C’è bisogno di chiarire le dinamiche tra determinati soggetti? Un diagramma ben fatto può venire in vostro soccorso. Avete necessità di stabilire in modo sintetico le relazioni tra una serie di eventi? Le mappe concettuali sono ciò che fa per voi. L’apprendimento di un determinato contenuto in modo analitico vi mette in difficoltà? Provate con una mappa mentale, meno nota della cugina “concettuale”, ma altrettanto efficace. Anzi, dal momento che stimolano un tipo di apprendimento fortemente creativo ed emozionale, le mappe mentali stanno acquisendo un credito crescente nel panorama scolastico ed educativo.
Lo testimonia il fatto che, all’interno dei corsi del secondo ciclo della primaria Nuovi Traguardi , ci sia un intero volume ad esse dedicato, contenente istruzioni e consigli per la strutturazione di mappe che, personalmente, ho trovato estremamente chiare e utili.
Un’altra strategia che spesso aiuta ad apprendere con maggior facilità è quella che consiste nell’affrontare lo studio immaginando di dover preparare una lezione per un ascoltatore. Secondo Richard Feynman, il fisico che ha ideato questa teoria, lo studente si sente motivato ad avere una migliore padronanza dell’argomento ed a ricercare maggiore chiarezza nell’esposizione.
Infine, un ultimo suggerimento arriva dal mondo della musica, con il cosiddetto effetto Mozart: molti studi avallano questa tesi, secondo cui la musica classica aiuti nello studio. Pur non essendoci evidenza scientifica. è indubbio il fatto che essa possa stimolare la concentrazione, favorendo un apprendimento più rapido ed efficace.
Queste semplici indicazioni, è bene sottolinearlo, sono certamente strumenti utili allo studio, ma non eliminano lo sforzo che lo caratterizza. Nessun percorso educativo, infatti, può essere esente da una certa dose di fatica. Certo è che, un impegno, seppur consistente, ma ben indirizzato, può condurre ad ottimi risultati.
Ecco a cosa serve un buon metodo di studio: massimo rendimento, minimo sforzo.