La rivista per la scuola e per la didattica
VIDEO

Non abbiate paura di dire ai prof “non ho capito”

Succede ogni volta che si spiega qualcosa di nuovo: l’insegnante chiede ai bambini se hanno capito, e tutti annuiscono. A volte annuiscono con lo sguardo perso nel vuoto e, proprio allora, il sesto senso da insegnante interviene e ci fa comprendere che è necessario rispiegare. Iniziamo con lo svelare un piccolo sporco segreto: agli insegnanti non dispiace ripetere le cose, anzi, sono lì per questo!

Non abbiate paura di dire ‘Non ho capito’

Anno scolastico 2024/25

Adotti un nuovo sussidiario?

Con i nuovi corsi del primo e secondo ciclo per la scuola primaria del Gruppo Editoriale ELi hai un vero e proprio Kit docente in esclusiva per te

kit docente 2024

Il professor Vincenzo Schettini, che ha fondato la pagina Instagram La fisica che ci piace, si è messo in gioco sui social per cercare di rendere divertenti e comprensibili concetti che spesso possono risultare molto complicati ai ragazzi. Ed è proprio lui che, in questi giorni, ha diffuso un messaggio importantissimo: dire “Non ho capito” quando non si comprende qualcosa, non è solo fondamentale per imparare, ma, incredibile a dirsi, a un insegnante fa piacere sentirselo dire!

Relazione trasparente e basata sulla fiducia

Sì, agli insegnanti fa piacere sentirsi dire dagli studenti che non hanno capito! Un alunno che dice che non ha capito costringe a riflettere, mettersi in gioco per trovare una nuova strategia per trasmettere il concetto. Anche per un insegnante può essere molto stimolante cercare nuovi modi, per far capire qualcosa, nuovi metodi, nuove strategie, nuovi esempi. Gli alunni che dicono di non aver capito, inoltre, costruiscono una relazione solida con l’insegnante, nella quale c’è trasparenza e chiarezza. La trasparenza e la fiducia in un rapporto sono le basi del benessere, e tutti gli insegnanti vogliono il benessere dei propri alunni!

Dire che non hai capito può salvarti da difficoltà successive

Se uno studente non comprende un concetto, può faticare a comprendere i concetti che saranno presentati successivamente, e avrà una base debole per gli apprendimenti futuri, se si basano su quello non compreso. Identificare e affrontare le lacune fin dalla fase iniziale aiuta a prevenire accumuli di confusione. Inoltre, per ogni insegnante è importantissimo personalizzare l’apprendimento: conoscere i punti di forza e le debolezze di ogni studente è davvero la chiave per farlo!

LEGGI ANCHE
Lo sviluppo intellettivo del bambino nella scuola primaria

Ma perché i ragazzi hanno paura di dirlo?

Alcuni ragazzi temono di essere giudicati dagli altri se ammettono di non aver capito qualcosa. Dire di non aver capito può farli sentire meno intelligenti o competenti degli altri. Ammettere di non aver capito può corrodere l’autostima dei ragazzi che già ne possiedono poca. Spesso tra i ragazzi c’è competizione, e dichiarare davanti a tutti che non si è capito un concetto può scatenare prese in giro e battute di scherno. La società, del resto, valorizza la competenza e il successo, spesso ottenuti velocemente e senza fatica. Alcuni ragazzi possono associare l’ammettere di non aver capito a un fallimento personale, visto che apprendere richiede tempo, pazienza e dedizione.

Normalizziamo il ‘non aver capito

È importante creare un ambiente in cui gli studenti si sentano a loro agio nel chiedere aiuto e ammettere di non aver capito. Gli insegnanti e i genitori possono svolgere un ruolo fondamentale nel promuovere una cultura dell’apprendimento aperta e collaborativa, incoraggiando una comunicazione aperta e un approccio positivo verso l’errore e la sfida. Non cogliere subito un concetto è una parte normale del processo di apprendimento! Come direbbero gli influencer, normalizziamo il dire “Non ho capito”!

CONDIVIDI L'ARTICOLO

ARGOMENTO

SI È PARLATO DI


La scuola estone è la migliore d’Europa e la ministra dell’istruzione svela il suo segreto

scuola estone

Qual è il sistema scolastico migliore in Europa? Di certo non è quello italiano, da diversi anni ormai in crisi e con un grande bisogno di trovare una strada efficace nel confronto con la modernità. Molti direbbero quello finlandese, alla cui scuola da tempo si guarda anche qui in Italia. Secondo i dati del rapporto OCSE PISA , invece, il sistema scolastico migliore in Europa si trova in Estonia. È…

A scuola si studia poca musica e non si sa nulla dei musicisti

poca musica

Che la musica sia una parte fondamentale della cultura e della crescita di un individuo non è certo un mistero. Allo stesso tempo, figure come Mozart, Verdi, Chopin e molte altre sono considerate fra le più importanti nella storia musicale, e non solo. Purtroppo, però, i grandi personaggi della musica vengono sistematicamente trascurati nei programmi scolastici italiani. A sostenerlo è Riccardo Muti, uno dei direttori d’orchestra più conosciuti al mondo,…

Il liceo classico ti insegna che il “tutto subito” è una trappola e attraverso istruzione, educazione e ragionamento ti prepara a trovare lavoro

tutto subito

Non si ferma la crisi del liceo classico, che negli ultimi anni ha perso iscritti e fascino. A fungere da “termometro scolastico” sono le tante voci di figure del mondo della cultura che si levano in sua difesa. Se in passato Massimo Gramellini si è detto angosciato per il calo di iscrizioni, secondo il divulgatore Piergiorgio Odifreddi il liceo classico insegna a non essere servi. Al coro si aggiunge anche…

Il Gruppo Editoriale ELi non si ferma e acquista l’80% della spagnola Edinumen

edinumen

In un mondo che cambia, anche il settore dell’editoria deve cercare di adattarsi e, quando possibile, cercare di prevedere i tempi. Ha sicuramente questo obiettivo il Gruppo Editoriale ELi, che ha di recente acquisito l’80% di Edinumen, editore con sede a Madrid specializzato in testi per l’insegnamento della lingua spagnola. Si tratta di un’operazione che, se da un lato lascia il restante 20% della società alla famiglia Ramos, dall’altro rafforza…

Lo studio: gli studenti che non fanno colazione vanno male in matematica

studenti che non fanno colazione

La colazione è considerata da molti il pasto più importante della giornata, e non soltanto perché fornisce l’energia utile ad iniziare il lavoro o lo studio. Infatti, secondo il recente studio di alcuni ricercatori norvegesi, fare colazione sembrerebbe contribuire al miglioramento dei risultati scolastici in materie scientifiche come la matematica. Vediamo qual è la correlazione esistente fra questi due aspetti della vita di uno studente, e se davvero le abitudini…

Uno studente su tre non riconosce una fake news

Viviamo un’epoca in cui il nostro rapporto con la tecnologia è sempre più stretto, già a partire dalle prime fasi dell’infanzia. Con l’uso costante di smartphone e il crescente consumo di servizi, ci si potrebbe aspettare che le nuove generazioni abbiano sviluppato una maggiore consapevolezza. D’altronde, stiamo parlando di nativi digitali. La realtà è tuttavia abbastanza diversa, come conferma anche un recente report dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Secondo…

Maestra va in pensione ma torna ad insegnare gratis: “Insegno per passione e non per i soldi. Mi mancava il sorriso sincero dei bambini”

insegnare gratis

Insegnare non è soltanto un mestiere bensì una vera e propria vocazione. Lo testimoniano di tanti docenti che, una volta in pensione, non sono riusciti ad allontanarsi da quel mondo a cui hanno dedicato molti anni della loro vita. Se allora un docente in pensione dal 2015 continua ad insegnare ancora oggi, una storia simile arriva da Salerno. Qui Nadia Pasqualucci ha deciso di tornare ad insegnare dopo essere andata…

Il 70% dei docenti italiani insegna con la lezione frontale

lezione frontale

Come si insegna oggi nella scuola italiana? Si tratta di una domanda ormai ricorrente nelle discussioni sullo stato dell’istruzione nel nostro Paese. Allo stesso tempo, è il titolo di un sondaggio promosso da Ricerca & Sviluppo Erickson per indagare le metodologie di insegnamento prevalenti in Italia. Nel corso dell’articolo, vedremo che l’indagine non lascia spazio a grandi sorprese, se non per alcuni ambiti che potrebbero aiutare a tracciare una rotta…

Come utilizzare i videogiochi per potenziare l’apprendimento in classe

utilizzare i videogiochi

Pur nella sua proverbiale lentezza, la scuola non è restia a metodi e strumenti innovativi nella didattica. Alcuni esempi sono la crescente attenzione alle competenze non cognitive, la nuova importanza della mindfulness e il ricorso ai videogiochi educativi. In particolare, questi ultimi hanno avuto una grande diffusione negli ultimi anni, grazie a un graduale cambiamento nei paradigmi educativi e una maggiore consapevolezza sull’importanza di questi strumenti. Vediamo allora cosa vuol…

C’è un dato in controtendenza: nelle competenze digitali, le ragazze di “terza media” superano i loro compagni maschi

ragazze di terza media

Una delle questioni più importanti degli ultimi anni nell’ambito dell’educazione riguarda il rapporto fra le donne e il settore STEM. Infatti, le materie di Science, Technology, Engineering and Mathematics hanno sempre avuto un maggiore successo fra la popolazione maschile. Certo, negli ultimi anni sono stati fatti diversi passi avanti, fra cui un approccio STEAM che tende a integrare le arti nello studio scientifico. Nonostante ciò, sembra che il rapporto fra…

great