In un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, lo psicoanalista, saggista e accademico milanese Massimo Recalcati ha detto la sua sull’istruzione italiana in questo periodo così complicato. La sua opinione è che le scuole non dovrebbero riempire gli studenti di compiti in classe a tappeto, ma dovrebbero optare maggiormente per dei lavori di gruppo.
IL RITORNO IN AULA
Andiamo verso l’estate, le temperature si alzano e la distribuzione dei vaccini continua. Tutto questo sta a indicare una cosa importantissima: il ritorno degli studenti nelle aule scolastiche. Un fenomeno molto atteso, ma che può rivelarsi in un incubo per i poveri ragazzi che potrebbero ritrovarsi pieni di verifiche di recupero fino al collo.
I professori e gli insegnanti dovrebbero capire, secondo Recalcati, che utilizzare i metodi di valutazione tradizionali, in una situazione così straordinaria, non è una soluzione efficace. Aspettare il ritorno in aula per sottomettere i ragazzi a un tour de force di compiti in classe servirebbe solo ad aumentare il loro stress e, di conseguenza, le loro performances peggiorerebbero.
IL RECUPERO DELLE RELAZIONI UMANE
Invece che essere messi alla prova individualmente, i ragazzi dovrebbero essere aiutati nella ripresa delle relazioni interpersonali, la quale negli ultimi mesi è stata accantonata a livelli estremi e straordinari, per ovvi motivi.
“Nessun tempo come il nostro ci ha insegnato che la relazione in qualunque organizzazione – Scuola compresa – non è un ornamento secondario rispetto al raggiungimento dei propri obbiettivi, ma la sua condizione di possibilità.“
Con queste parole Recalcati vuole porre l’accento sul fattore umano dell’insegnamento e dello stare a scuola. I ragazzi non vanno a scuola solo per imparare concetti, ma anche per crescere come individui che fanno parte di una stessa società. In questo senso, la scuola dovrebbe spingere gli studenti a lavorare maggiormente nell’ottica di ricostruire quei legami che, prima dello scoppio della pandemia, costituivano la “vita comunitaria della scuola.“