Quando un sussidiario per la scuola primaria riesce a conquistare così tanti insegnanti, viene naturale chiedersi: qual è il segreto del suo successo? Per scoprirlo, abbiamo chiacchierato con le autrici di Pepper e La Scuola nel Parco, ponendo loro una serie di domande su cosa renda questo progetto per i primi tre anni di scuola primaria così speciale. Dalla struttura dei contenuti all’approccio didattico, passando per le strategie di letto-scrittura, ecco cosa ci hanno raccontato le autrici Simona Restauri e Emilia Sansonetti.
Com’è nato il vostro progetto?
La struttura progettuale che sorregge questo Triennio è nata dall’idea che un apprendimento, per andare a buon fine, deve avvenire in un contesto di “ben-essere”. E quale modo migliore se non ambientare la narrazione in un Parco dei Divertimenti, parlare di “unicità” al posto di “inclusione”, proporre delle verifiche scalari, creare, prima delle verifiche, dei “Pit Stop” come strumenti di preparazione e riscaldamento per vivere serenamente il momento della verifica e della successiva valutazione?
Qual è il filo conduttore dei volumi della classe prima?
Tutti i volumi da noi curati rispondono al criterio di seguire un forte filo conduttore nella narrazione: siamo all’interno di un Parco dei Divertimenti, con personaggi simpatici e una scolaresca che apprende divertendosi. Non solo i personaggi, che ricorrono all’interno delle pagine, ma anche le strategie metodologiche e le varie sezioni rendono il Corso molto accattivante.
Quale metodologia prevale nella classe prima?
Come già detto, non abbiamo sposato nessun metodo prevalente. Il risultato dei nostri testi è un insieme di scelte metodologiche sperimentate sul campo, che utilizzano varie strategie: metodo fono-sillabico, didattica laboratoriale, didattica dell’errore, apprendimento cooperativo, apprendimento tra pari…

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Quali scelte specifiche avete adottato nel libro del Metodo?
Abbiamo cercato di lavorare sull’aspetto fonologico dell’apprendimento della letto-scrittura, svolgendo uno studio approfondito sui gruppi consonantici da presentare. Abbiamo sempre tenuto conto degli approcci tradizionali inserendo, però, elementi innovativi. Ci sono, per esempio, molte pagine speciali che rimarcano l’urgenza pedagogica e didattica di lavorare parallelamente e a ritmo serrato sulla lettura e sulla scrittura.
Com’è nato il libro “Primi Giorni”?
Anche per questo volume abbiamo studiato e fatto molte ricerche e ne è risultato un testo di ricerca-azione. Ci siamo immedesimate negli alunni e nelle alunne delle classi prime, che varcano per la prima volta la soglia della classe: nuovi compagni, nuovi insegnanti, primissimi lavori sul volumetto dell’Accoglienza. Ci siamo dette che questo doveva essere un libro interessante, divertente e innovativo. Abbiamo pensato non solo alle bambine e ai bambini, ma anche a voi, colleghe e colleghi, che ancora non conoscete la nuova classe. Queste proposte per l’Accoglienza fanno un po’ da apripista e vi permettono di svolgere una pre-osservazione delle conoscenze in entrata. In Guida trovate poi tutta una serie di ulteriori e numerosi materiali.
Quali sono le caratteristiche principali del Libro delle Letture?
Possiamo sicuramente dire che è l’alto numero di letture di “qualità”. Siamo appassionate della letteratura per l’infanzia e in questi anni abbiamo lavorato molto sulla lettura. Abbiamo cercato di inserire testi che avevamo a disposizione e altri nati dallo studio di libri appositamente selezionati. Altra caratteristica del libro di Lettura è l’attenta gradualità.
Come si presenta il Quaderno di Scrittura?
Tra i volumi della classe prima, questo è sicuramente il più legato alla tradizione, nel senso che risponde a tutti i criteri che un libro di esercitazione deve possedere. Sappiamo bene che il grande lavoro di scrittura viene svolto sul quaderno personale dei bambini e delle bambine, ma sappiamo anche che questo è un volume molto importante, un ottimo supporto per studenti/studentesse e insegnanti.
Qual è il punto di forza dei testi della classe prima da voi curati?
Sicuramente è la struttura progettuale. I volumi presentano un continuum, nascono dallo studio e dalla sperimentazione, richiamano elementi tradizionali ma riproponendoli con un forte impatto innovativo, giocano sull’aspetto emotivo e sul ruolo centrale di bambini e bambine, abbracciano più metodologie, tengono conto delle diversificate necessità e richieste degli/delle insegnanti.

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