La rivista per la scuola e per la didattica
NOTIZIE

Perché si cita sempre la scuola finlandese quando si vuole fare un confronto con una didattica che funziona

Le classifiche internazionali lo dimostrano da più anni: l’istruzione finlandese ha una marcia in più rispetto a molte altre corrispettive europee e persino rispetto ai tanto imitati Stati Uniti d’America. Andiamo a vedere in questo articolo cosa rende la scuola finlandese così efficace, in modo da poterne prendere spunto anche noi in un futuro prossimo.

COMPETIZIONE? NO, MEGLIO LA COLLABORAZIONE

Nella maggior parte dei paesi europei, così come negli Stati Uniti, l’istruzione e l’educazione sono fortemente influenzate da uno spirito di competizione. La stessa scala dei voti permette di comparare più studenti numericamente, seppure questi abbiano potenzialmente caratteristiche molto diverse tra loro.

In Finlandia, lo spirito competitivo viene sostituito regolarmente con uno cooperativo. Lo scopo dell’istruzione finlandese non è di effettuare una valutazione individuale degli alunni, ma di creare una comunità la cui forza sta proprio nella collaborazione. Per questo motivo in Finlandia non esistono scuole private. In questo modo la competizione tra scuole viene a mancare, aspetto molto sentito invece nella maggior parte delle altre realtà geografiche.

L’IMPORTANZA DELLA RICERCA

Un altro aspetto fondamentale dell’istruzione finlandese è l’importanza data alla ricerca. Il paese scandinavo è, infatti, in costante ricerca di metodi di insegnamento innovativi ed efficaci, in modo da venire incontro agli studenti il più possibile.

Esperimenti su esperimenti si susseguono nell’istruzione finlandese e quando i dati dei risultati delle ricerche sono di esito positivo, allora il governo si dà da fare per metterle in pratica nel minor tempo possibile.

A SCUOLA SI GIOCA

Un’ora scolastica in una scuola primaria in Finlandia si compone così: 45 minuti di lezione e 15 minuti di gioco. Per gli Stati Uniti e l’Italia potrebbe sembrare uno scherzo, ma è veramente così. E i risultati di questo sistema sono più che positivi.

L’idea di lasciare uno spazio ludico così ampio deriva dalla convinzione che il gioco sia fondamentale per i bambini e che non sia efficace stancarli troppo con ore di lezione infinite e pochi minuti di svago. E non si tratta di una convinzione errata, anzi. Molti studi hanno dato ragione ai finlandesi, confermando che gli alunni che fanno più intervalli sarebbero anche i più attenti nelle ore di lezione.

I COMPITI A CASA SONO SOPRAVVALUTATI

Una volta finite le ore di lezione, ogni bambino americano o italiano si ritrova a dover lavorare altrettante ore (o quasi) per svolgere i compiti a casa. In Finlandia questo non succede perché i compiti a casa non esistono, o sono talmente pochi che non prendono più di una mezz’ora di impegno extra-scolastico.

Cosa ha portato gli scandinavi ad effettuare una scelta così radicale? Un profondo senso di fiducia dei professori verso i propri alunni. Gli insegnanti finlandesi non sentono il bisogno di dover controllare costantemente gli sforzi dei propri studenti, ma preferiscono dar loro una maggiore libertà. I bambini a casa dovrebbero trascorrere il tempo con gli amici e con la famiglia, così da imparare in modo attivo, non passivo come accade a scuola.

E tu cosa ne pensi della scuola finlandese? Condividi il contenuto e scorri verso il basso per scoprire altre interessanti notizie

CONDIVIDI L'ARTICOLO

ARGOMENTO

SI È PARLATO DI

2 commenti su “Perché si cita sempre la scuola finlandese quando si vuole fare un confronto con una didattica che funziona”

  1. andrebbe un po’ approfondito. Vi è una sproporzione così grande tra la nostra e la loro scuola che sono difficili paragoni.
    Oltre alla didattica e allo spirito pedagogico che ne fa parte, gli edifici scolastici sono già di per se stessi luoghi educativi ricchi e stimolanti veri spazi di benessere, al contrario dei nostri, il più delle volte angusti e vecchi, in cui vi sono cantieri aperti ( quando ci sono ) che durano anni… la solita cronica litania della mancanza di fondi
    I docenti finlandesi sono altamente preparati e qualificati, i ragazzi sono meno stressati dalle ore scolastiche e giustamente come avete rilevato anche per non avere compiti a casa. Non vi è inoltre una contrapposizione così marcata tra scuola e famiglia come qui…

  2. Esperienza diretta. Popolazione 10% dell Italia. Storia, letteratura, cultura 0,1% ; arte 0000000,1 dell’ Italia.
    Investimenti in edilizia scolastica, docenti, assistenza e supporto 900% in più dell’ Italia.

I commenti sono chiusi.


Susanna Tamaro: “A scuola andavo male, le prof mi strappavano i temi in faccia dicendomi che non si capiva nemmeno di cosa parlassi”

Susanna Tamaro a scuola

Vedere crescere i propri figli è una delle più intense emozioni di un genitore: da bambini diventano ragazzi e poi giovani sempre più indipendenti. In questa fase, è naturale che i genitori cerchino di proteggere i figli da tutto ciò che sembra negativo. Eppure, questo atteggiamento spontaneo rischia di sfociare in comportamenti iperprotettivi, che finiscono per fare più danni di quanto non si pensi. Ne parla Susanna Tamaro nel corso…

Mi preoccupa l’intelligenza artificiale a scuola, credo sia pericolosa. Innovazione digitale? Basta, è meglio investire nel pagare la formazione degli insegnanti, anche all’estero

pagare la formazione degli insegnanti

Che l’innovazione tecnologica possa offrire grandi opportunità alla didattica non è certo un mistero. Fra sperimentazioni con l’intelligenza artificiale e dispositivi elettronici come strumento educativo, la scuola sembra ormai avviata verso il futuro. Non tutti sono tuttavia d’accordo. Se infatti è vero che tecnologia e opportunità vanno spesso insieme, allo stesso tempo è bene ricordare quali sono i rischi di un abuso di questi strumenti, a partire dalle intelligenze artificiali….

Bibbia nella primaria? Ok, ma allora anche il Corano

bibbia nella primaria

Roberto Vecchioni ha sempre avuto un legame speciale con il mondo scolastico, e non soltanto perché viene da un passato da docente. Negli anni, il cantautore italiano è rimasto vicino agli studenti, osservando da vicino le loro aspirazioni, i loro sogni e le sfide che affrontano. Di recente, poi, Vecchioni ha condiviso il suo punto di vista sulle necessità degli studenti ma anche sulle nuove linee guida proposte dal ministro…

Un italiano su due parla male, o non parla proprio, una lingua straniera

parlare male una lingua straniera

Oggi più che mai conoscere almeno una lingua straniera è una competenza indispensabile per farsi strada in un mondo sempre più interconnesso. Tuttavia, sebbene la capacità di comprendere e comunicare in diverse lingue apra nuove opportunità, l’Italia sembra rimanere indietro. Secondo un sondaggio condotto da Censuswide per Preply , infatti, un italiano su due parla soltanto la sua lingua madre, e non conosce neanche una lingua straniera. Vediamo qual è…

La musica dovrebbe essere letta e analizzata sui banchi di scuola, con artisti come De André, De Gregori e Dalla studiati durante l’anno scolastico

musica sui banchi di scuola

A scuola si dovrebbero studiare le canzoni di Fabrizio De André e Francesco De Gregori, o ancora di Lucio Dalla. A sostenerlo è Fiorella Mannoia, fra le cantanti italiane più famose in assoluto, durante la rubrica Atupertu di Radio Italia . La chiacchierata fra l’artista e la redazione radiofonica è diventata anche l’occasione per parlare del rapporto con la scuola e per approfondire l’importanza della musica nel proprio percorso di…

Il ministro dell’istruzione: “Le mie abilità logiche derivano dall’aver studiato bene il latino”

abilità logiche

Fra le nuove linee guida di Giuseppe Valditara, una delle più discusse è quella che riguarda il ritorno del latino alla scuola secondaria di primo grado. Alcuni vedono nella proposta una tendenza nostalgica e ideologica, per altri rappresenta un modo per far convivere la tradizione e la modernità nel nostro sistema educativo. Ne parla proprio il Ministro dell’Istruzione e del Merito durante un’intervista a Radio Libertà , occasione per tracciare…

L’idea dell’insegnante per coinvolgere gli alunni: “Riconsegno i compiti in classe con i voti da scoprire come i gratta e vinci”

voti come gratta e vinci

Di fronte ad un presente che cambia continuamente, è naturale che anche la scuola senta il bisogno di andare incontro alle nuove tendenze. Certo, ancora oggi la maggior parte dei docenti utilizza la lezione frontale ma, allo stesso tempo, ci sono insegnanti che provano a coinvolgere i loro studenti. In particolare, di recente si è molto parlato di un metodo innovativo per evitare che la consegna dei compiti diventi un…

Quest’anno nelle scuole superiori si sono iscritti 50.000 studenti in meno: la causa è il calo demografico. A rischio l’editoria e 130mila insegnanti

studenti in meno

Da diversi anni ormai il calo demografico costituisce uno dei problemi dell’Italia, e può portare a conseguenze potenzialmente catastrofiche. Il fenomeno infatti comporta un maggiore numero di anziani a fronte di un minore numero di giovani, con ricadute sull’economia e sulla forza lavoro, ma non solo. Uno degli effetti del calo demografico riguarda anche la scuola, che registra sempre meno studenti iscritti ogni anno. In particolare, per il prossimo anno…

Valditara dovrebbe posare il telefonino e smetterla di riprodurre per la scuola lo schema dell’algoritmo dei social network

algoritmo dei social network

La nuova scuola proposta da Giuseppe Valditara non sembra aver incontrato il favore di buona parte dell’opinione pubblica e del mondo culturale italiano. Il ritorno del latino alla secondaria di primo grado e della Bibbia alla primaria, entrambe iniziative fortemente volute dal Ministro, hanno infatti generato un dibattito acceso tra favorevoli e contrari. Eppure, molte delle voci non criticano tanto i contenuti quanto il metodo. Per esempio secondo Tomaso Montanari,…

E se per combattere il burnout degli insegnanti concedessimo un anno sabbatico ogni cinque di servizio?

burnout degli insegnanti

La classe docente italiana è la più anziana d’Europa e, al tempo stesso, ha una retribuzione fra le più basse considerando la media UE. Si tratta di dati conosciuti ormai da tempo, e che il rapporto Education at a Glance 2024 ha confermato, ma non rappresentano le uniche sfide di un mestiere sempre più complesso. Fra gli insegnanti italiani è infatti sempre più alto il rischio di burnout, ossia il…

Novità Invalsi 2025

X