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La rivista per la scuola e per la didattica
MATEMATICA

Ragiocando si impara, come il divertimento del gioco stimola l’apprendimento

Avete mai osservato dei bambini giocare? Avete visto come sono completamente immersi nella loro attività, tanto da scordarsi spesso di andare al bagno, di avere fame e sete?

Avete idea di come ci sentiamo bene noi adulti quando, anche per pochi istanti, abbiamo la possibilità di giocare?

Il gioco è infatti un’attività essenziale nella vita di un bambino (e non solo!), una fonte di soddisfazione, di piacere; è molto di più di un semplice momento di svago da impegni più importanti, come la scuola e il lavoro, come è stato erroneamente considerato per troppo tempo.

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A partire dal Novecento, infatti, moltissimi studiosi sono concordi nell’affermare che il gioco è un’attività fondamentale per lo sviluppo emotivo, cognitivo, motorio e relazionale del bambino.

Attraverso il gioco il bambino, in un modo del tutto spontaneo, impara:

  • a conoscere il mondo;
  • a sperimentare il valore delle regole;
  • a conoscere la reciprocità, sviluppando così capacità relazionali e cooperative;
  • a stare con gli altri;
  • a gestire le proprie emozioni;
  • a sviluppare autonomie personali;
  • a sperimentare per tentativi ed errori la realtà, sviluppando la capacità di problem solving.

Anche la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza riconosce, attraverso l’art. 31, il diritto del fanciullo non solo al riposo e al tempo libero, ma anche al gioco e alle attività ricreative.

Partendo da questa premessa teorica, numerosi pedagogisti, filosofi e psicologi nel corso del Novecento si sono occupati di capire come l’attività ludica si possa relazionare con lo sviluppo del bambino e di conseguenza con l’apprendimento.

Un pensiero comune a diversi autori è proprio quello che il gioco sia la più autentica manifestazione creativa e fonte di apprendimento dell’alunno: con il gioco spontaneo e naturale, il bambino, ad esempio, impara a conoscere le forme, le sue proprietà, i numeri e le parole.

Ne consegue che tra gioco e apprendimento esiste un legame molto forte e che sfruttare queste potenzialità nel lavoro quotidiano in classe può davvero fare la differenza, soprattutto nella fascia d’età che va dai 3 ai 10 anni, quindi a partire dalla scuola dell’infanzia e per tutto il corso della primaria.

Ed è proprio in tale direzione che è stata progettata la matematica del corso Mondo 2030, il Sussidiario per le classi Quarte e Quinte della Scuola Primaria edito dal Gruppo editoriale ELI.

Il corso, nato dal team autoriale di Cambiamondo, è un progetto fortemente innovativo e legato all’attualità, che pone il bambino, inteso come soggetto attivo, al centro del processo d’apprendimento.

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Nella sezione denominata RaGiocando, ad esempio, le capacità dei bambini sono messe alla prova attraverso attività ludico-didattiche, giochi che stimolano il pensiero logico e divergente richiedendo la risoluzione di problemi attraverso un proprio ragionamento e non attraverso l’applicazione pedestre di regole e procedimenti mnemonici.

È sicuramente uno strumento che permette di rendere più interattive le lezioni, completamente in linea con le nuove metodologie attive che dovrebbero ormai soppiantare la classica lezione frontale.

LEGGI ANCHE: L’esito del sondaggio su facebook: Mondo 2030 è il sussidiario delle discipline da adottare

Mondo 2030 permette di far lavorare i bambini nel modo più a loro congeniale: all’insegnante spetta l’importante compito di strutturare e regolare il gioco affinché diventi una significativa esperienza di apprendimento.

E allora è proprio il caso di dire che con Mondo 2030 imparare è un gioco da ragazzi!

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