Chi ha il privilegio di lavorare con i bambini della scuola primaria, da anni o da appena un giorno, si sarà sicuramente imbattuto in parole od espressioni nuove, coniate sul momento e spesso parecchio buffe. Sono termini che i bambini inventano più o meno inconsapevolmente e che, con la loro originalità, creano all’interno della classe veri e propri siparietti di comicità e spunti di divertite riflessioni.
La proverbiale spontaneità e la fiducia verso il mondo e gli altri, consente ai bambini di agire e conversare in modo libero e senza sovrastrutture, anche quando sanno di non sapere o, viceversa, credono di essere un’appendice dell’enciclopedia.
APPRENDERE IL LINGUAGGIO
Nella fase dell’apprendimento, i bambini imparano ad utilizzare il linguaggio sotto forma di gioco; cercano così di entrare in relazione con le sue regole e le varie sfumature di significato. Inizialmente possono non riconoscere l’efficacia di ciascuna parola, faticando ad attribuire il nome dell’oggetto alla funzione che ricopre. Da qui nasce il tentativo di fondere oggetto e funzione, inventando parole nuove. L’esempio più noto e che ha visto scendere in campo anche la prestigiosa “Accademia della Crusca”, è di sicuro il termine petaloso (riferito ai fiori provvisti di petali).
LO SPAZIO IMMAGINARIO
Tutti i bambini sanno, e spesso ce lo ricordano, che l’apprendimento passa inevitabilmente attraverso il gioco. Inventare parole nuove è un modo per divertirsi, ma anche per attirare le attenzioni dell’altro. In classe questo spesso succede e non è difficile identificare il bambino che usa tale strategia per ingraziarsi le simpatie dei compagni o per mettere quel giusto brio durante le lezioni. In entrambi i casi le parole inventate hanno la funzione di delimitare uno spazio immaginario, in cui solo le persone fidate possono accedere. Inoltre, il bambino sviluppa la creatività e libera le proprie emozioni. Possiamo definire questa fase dell’apprendimento come un momento catartico in cui affiorano nuovi stimoli, nuovi significati e nuove emozioni.
“LA GRAMMATICA DELLA FANTASIA”
Anche Gianni Rodari, noto pedagogista e scrittore di storie per bambini, considerava la parola come “atto creativo” e il linguaggio come “base dello sviluppo dei processi mentali sin dalla nascita”. I bambini non temono il giudizio e non hanno preconcetti strutturati… almeno fino a quando qualcuno non glieli instilla!
Ecco perché per Rodari erano banditi limiti e vincoli alla fantasia, in virtù del fatto che la parola, in quanto democratica, fosse scevra da pregiudizi.
In questa sua serie di scritti, confluita poi in un volume, Rodari raccoglie pensieri, riflessioni e spunti nati sul campo, insieme ai bambini. Nasce un vero e proprio manifesto dell’infanzia, intitolato “La grammatica della fantasia” e che sarebbe bene che tutti tenessimo sul comodino!
Conosco alcuni insegnanti che, senza voler scalzare il primato dell’inarrivabile Rodari, prendono ispirazione dal suo quaderno degli appunti e cristallizzano scene o espressioni coniate dai propri alunni. Qui di seguito alcune delle nuova parole inventate da bambini della classe seconda primaria.
QUADERNO DEGLI APPUNTI CLASSE IIC
Questa è solo una piccola parte di tutte le parole inventate dai bambini durante le lezioni. Sono un ottimo spunto per aprire una conversazione e ragionare sulla sintassi delle parole, creandone magari di nuove.
Attività didattiche in classe con parole nuove
Se vi state chiedendo cosa fare in concreto per stimolare il processo di apprendimento creativo tramite la costruzione di nuove parole e, quindi, sviluppare nel bambino la curiosità verso l’approfondimento della lingua parlata, sono tante le modalità che alcuni testi mettono a disposizione. Rimanendo sempre nell’ambito ludico, possiamo proporre ai nostri alunni giochi linguistici, come anagrammi, mini rebus e crucincroci. Il corso di letture di prima, seconda e terza primaria, chiamato Meraviglioso , nel volume Riflessione Linguistica contiene molte attività utili a tal fine. Dalla pagina 4 alla pagina 9 sono presenti, infatti, alcuni esercizi da poter svolgere agevolmente in classe.
PROMUOVERE L’INTERDISCIPLINARITÀ
Giocare con le parole e inventarne di nuove non è un’attività settoriale o relegabile esclusivamente a momenti di pausa o di gioco, ma un collante trasversale, interdisciplinare, che può accompagnare ogni tipo di apprendimento e ogni momento della giornata scolastica. Possiamo stimolare la fantasia dei bambini anche quando facciamo storia o scienze ed il testo “Le Monografie” edito da La Spiga è un’ottima risorsa per l’insegnante e un contenitore di attività e schede che uniscono lo studio della disciplina alla “caccia” alle parole. Le pagg. 85-86 e 88 sono molto consigliate perché catturano l’attenzione dei bambini, rendendo più accattivante anche l’argomento maggiormente ostico.
Se, invece, vogliamo giocare con i nostri alunni, ma anche con i nostri figli, possiamo utilizzare un gioco che, oltre alle parole, ha lo scopo di inventare nuove storie, impersonando ruoli e caratteristiche diversi, mettendosi nei panni di… Un gioco di ruolo che sviluppa l’ empatia e le emozioni, oltre a immergere il bambino in mondi immaginari dove può essere tutto ciò che vuole e anche capire chi non vorrebbe assolutamente essere. “Il Creastorie”, del Gruppo Editoriale ELI, racchiude parole, immagini, emozioni che fanno parte del mondo interiore del bambino e che imparerà a conoscere.