Insegnare scienze significa invitare a osservare la realtà. Da questa modalità di approccio con il mondo circostante scaturisce la curiosità, deriva la capacità di porsi delle domande, di cercare le soluzioni e giungere all’individuazione di regole generali. I bambini sono per loro stessa natura molto curiosi, ma non sempre sono stimolati a sviluppare questa loro caratteristica. È perciò necessario invitare i bambini a osservare la realtà circostante e, partendo da essa, a domandarsi il perché dei fenomeni che osservano: perché cadono le foglie? Perché i fiori sull’albero sfioriscono in fretta? Da dove viene l’acqua che esce dal rubinetto? Dove va a finire l’acqua della pioggia?
Ormai è pensiero comune che le scienze non dovrebbero essere insegnate, ma apprese attraverso l’osservazione e la scoperta. È altrettanto vero, però, che nella Scuola Primaria non sempre è possibile farlo: mancano spazi attrezzati, i tempi di lavoro sono spesso frammentati e, soprattutto, vi è l’ansia di “svolgere” tutto il programma. Ogni insegnante, tuttavia, saprà coniugare nel modo più adatto alla sua classe i vari modi di insegnare scienze. Ciò che è assolutamente necessario è far nascere nei bambini la curiosità e la voglia di osservare. Per “fare” scienze in modo attivo basta veramente poco. Se il bambino potrà vedere dal vero come nasce una pianta dal seme o come galleggiano alcuni materiali, ricorderà meglio ciò che poi leggerà sui libri.
IL PERCORSO DIDATTICO DI SCIENZE IN CLASSE SECONDA
Nel Libro delle Discipline le scienze sono proposte attraverso testi brevi, corredati da molte immagini che facilitano la comprensione e l’apprendimento. Si è deciso di partire dall’osservazione del pianeta Terra, anche se l’argomento potrebbe sembrare distante dal mondo del bambino, perché è un tema che generalmente suscita molto interesse. I bambini sono affascinati da ciò che li circonda e anche da ciò che è “più grande di loro”.
Dallo studio della Terra si passa all’osservazione dei principali elementi non viventi che costituiscono il nostro pianeta: aria, acqua, suolo. Anche in questo caso le informazioni date sono collegate a semplici esperimenti che l’insegnante potrà effettuare in classe, o far effettuare ai bambini a casa autonomamente, senza alcuna difficoltà. Essi infatti richiedono l’utilizzo di materiale di facile reperibilità. I bambini sanno già che attorno a loro si trovano esseri viventi ed elementi non viventi, ma non sempre ne scorgono le interconnessioni.
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È importante perciò che l’insegnante, nel presentare la seconda Unità di Apprendimento dedicata ai viventi, metta in luce non solo le loro caratteristiche, ma anche le interconnessioni che essi hanno con i non viventi, in par ticolare con aria, acqua, suolo. L’insegnante farà notare come le piante e gli animali si adattano all’ambiente, in base alle caratteristiche di aria, acqua, suolo presenti in esso. Sarà anche necessario sottolineare che i viventi sono in stretta relazione tra di essi.
Queste riflessioni saranno molto utili quando, nel prossimo anno scolastico, i bambini studieranno gli ecosistemi. È sempre importante stimolare i bambini a porre domande, formulare ipotesi, in poche parole “a essere curiosi”. Ed è altrettanto importante imparare a osservare i risultati dei piccoli esperimenti fatti, per relazionare, argomentare, soffermarsi a riflettere su ciò che accade. I bambini oggi sono bombardati da una grande mole di informazioni. Non sono le “notizie” che mancano, ma la capacità di elaborarle, di ricavare da esse ciò che è veramente importante, e soprattutto, di saperle intrecciare con le altre conoscenze. Solo in questo modo le conoscenze possono trasformarsi in abilità prima e in competenze poi.
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