Gli ultimi decenni hanno visto grandi cambiamenti nel rapporto fra genitori e figli. In fondo, la società si riflette nel modo in cui gli adulti si approcciano ai ragazzi e, di converso, nel modo in cui questi ultimi rispondono alle sollecitazioni dei primi. Ne parla Matteo Lancini, in un intervento durante la trasmissione Splendida Cornice in onda su Rai 3. Secondo lo psicoterapeuta, dalla famiglia autoritaria si è passati a quella che idealizza i bambini, fino all’era del post-narcisismo. Oggi i giovani non sanno più quali modelli seguire, mentre gli adulti hanno perso i propri: cosa fare allora?
Dall’autorità all’idealizzazione
Nel suo intervento su Splendida Cornice , Matteo Lancini traccia una sorta di evoluzione del concetto di famiglia e dei rapporti fra genitori e figli. La prima epoca significativa è quella della famiglia autoritaria, con una struttura molto rigida e normativa. Qui l’obbedienza ai genitori, ma soprattutto al padre, è il perno fondante del percorso di crescita, ed è proprio in un contesto del genere che l’adolescenza diventa la fase della ribellione. Con gli anni, però, il modello scompare e lascia il posto a un altro, di segno opposto:
Il bambino viene idealizzato, continua Lancini, e vive un’infanzia così ricca che quando arriva all’adolescenza percepisce un vuoto che lo accompagnerà per molto tempo. I bambini diventano il fulcro dell’attenzione familiare ma gli adolescenti si ritrovano senza alcuna bussola.
Dall’idealizzazione al post-narcisismo
Anche la famiglia dell’idealizzazione passa e diventa inattuale, lasciando il posto a quella che Lancini definisce l’epoca del post-narcisismo. Oggi i genitori ascoltano tantissimo i loro figli, molto più che in passato, ma in realtà si tratta di un ascolto sterile. Gli adulti cercano conferme del proprio ruolo piuttosto che esercitarlo nel migliore dei modi e, come sostiene lo psicoterapeuta:
Per sintetizzare, il passaggio al post-narcisismo può essere condensato nella frase “sii te stesso, ma a modo mio”, con cui i genitori cercano la conferma del proprio ruolo nell’operato e nelle risposte dei figli. Così facendo, tuttavia, rinunciano al loro ruolo di educatori e delegano il compito alla scuola, quando va bene.
le prospettive del futuro?
Nonostante la maggiore apertura al dialogo da parte dei genitori contemporanei, il loro bisogno di conferme finisce per rendere vano l’ascolto dei loro figli. Da questo punto di vista, Lancini propone un approccio diverso, una nuova prospettiva che sia allo stesso tempo più consapevole e più rispettosa verso le nuove generazioni:
Ascolto e accettazione sono quindi fondamentali da parte dei genitori così come da parte della scuola, che spesso si trova a sopperire in una funzione educativa che riguarda anche la famiglia. Soltanto in questo modo sarà possibile indirizzare i giovani verso un percorso di consapevolezza che li porti ad essere se stessi. Ma non a modo nostro.