Buona linea. Chi ha seguito la magica cavalcata olimpica della coppia azzurra del curling misto ha sentito queste parole migliaia di volte. Era la chiamata di Stefania Constantini ogni volta che la stone usciva dalle sue mani o da quelle del compagno, Amos Mosaner.
Buona linea.
Come a dire: è partita bene, sta andando bene!
Su una buona linea è sempre stata anche Stefania. Non semplicemente per il talento – che è e rimane indiscusso – ma per i grandi desideri che ha sempre portato con sé. Desideri che l’hanno condotta fino alla medaglia d’oro olimpica. Desideri su cui ha investito e per i quali ha lavorato.
A rivelare un simpatico, quanto estremamente significativo, aneddoto è stato proprio il suo primo allenatore, Michele Gusella, che al Gazzettino ha mostrato un biglietto risalente al 2013. Su quel pezzo di carta, una giovanissima Stefania Constantini aveva scritto il proprio desiderio: diventare atleta olimpica.
Sogno da ragazzina, si sarebbe potuto dire leggendo parole come quelle. Progetto su cui lavorare, avrebbe risposto Stefania. Visto com’è andata, possiamo darle torto?
Ecco perché il trionfo della coppia azzurra ha un valore speciale. Undici vittorie in altrettante partite giocate significano dominio totale, fiducia nei propri mezzi, talento smisurato. Ma, allo stesso tempo, sono segno inequivocabile di lavoro, cura e passione. Ore spese in palestra, ad allenarsi, a studiare il gioco, a cercare di limare ogni imperfezione.
Stefania Constantini e Amos Mosaner sono ragazzi giovani, che hanno dimostrato la maturità dei grandi, perché sono grandi. Lei, sguardo da predatrice affamata, lui, calmo ma letale. Hanno fatto innamorare l’Italia di uno sport che, fino a ieri, pochi conoscevano.
Chi sa che non riescano anche a farci sognare, a far nascere nel cuore dei nostri ragazzi, dei nostri alunni, desideri grandi. Come quello della quattordicenne Stefania, che in quel sogno ha creduto davvero.
Buona linea.
Si tratta di questo. Una volta tracciata, seguirla diventerà più semplice.