Vedere crescere i propri figli è una delle più intense emozioni di un genitore: da bambini diventano ragazzi e poi giovani sempre più indipendenti. In questa fase, è naturale che i genitori cerchino di proteggere i figli da tutto ciò che sembra negativo.
Eppure, questo atteggiamento spontaneo rischia di sfociare in comportamenti iperprotettivi, che finiscono per fare più danni di quanto non si pensi. Ne parla Susanna Tamaro nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa : secondo la scrittrice ai bambini viene proposto un mondo troppo edulcorato.
Cosa fare allora?
Susanna Tamaro studentessa
L’intervista alla scrittrice inizia dal ricordo della Susanna studentessa e da un percorso scolastico tutt’altro che semplice sin dalla scuola media. Queste le sue parole:
Andavo malissimo. Volevo fare la zoologa, ma mi dicevano che al massimo avrei fatto la commessa. Finii alle magistrali ma, allora, da lì non potevi andare in una facoltà scientifica. Anni dopo presi il diploma del classico con le serali e provai a iscrivermi a scienze naturali. A quel punto, però, le mie condizioni erano così difficili che non ce l’ho fatta.
Tamaro racconta di aver messo in pausa i suoi sogni per molto tempo, anche quello di diventare una scrittrice: i suoi docenti le strappavano i temi davanti accusandola di essere poco chiara.
La svolta avviene con la scuola di cinema di Roma, contesto in cui Susanna Tamaro affina le sue capacità di autrice e finalmente può fare il grande passo.
La scuola di oggi
Già dalla sua storia, si può notare come Tamaro abbia dovuto affrontare rifiuti, fallimenti, ostacoli: tutti momenti necessari per la sua crescita come persona e come scrittrice. Il problema è che oggi invece ai bambini viene proposta una realtà del tutto edulcorata, proprio a partire dalla scuola:
Se c’è un tipo di scrittura in cui si avverte la censura è proprio quella per bambini. L’imperativo è non dire nulla che turbi. Questa bonifica dell’infanzia è criminale: i bimbi hanno bisogno del male, del turbamento, non di una realtà edulcorata in cui tutti fanno i girotondi. La vita non è così.
L’allarme della scrittrice è piuttosto chiaro: pensando di proteggere i bambini, li stiamo in realtà privando di una parte della vita che sarà comunque presente in futuro. E per la quale non saranno preparati.
D’altronde, il mondo scolastico è pieno di esempi del genere: genitori che pretendono la promozione dei figli tramite sentenze del TAR, in una ingerenza continua che non fa bene a loro, ai loro figli, alla scuola in genere.
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Il digitale sta diventando un problema
Se da una parte abbiamo quindi le ingerenze dei genitori iperprotettivi, dall’altra abbiamo le ingerenze di una tecnologia sempre più pervasiva. La stessa Tamaro lo ricorda in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera , in cui non fa sconti al progresso tecnologico e ai rischi che comporta. Il problema principale è, come spesso accade, una mancanza di consapevolezza:
Vedo una inconsapevolezza delle manipolazioni che avvengono, e questo porta su strade un po’ rischiose. […] Per alcuni genitori è anche un punto di orgoglio che i loro figli siano così tecnologizzati. Quei cervelli, che non avranno mai senso critico, sono tristi realtà. Così si diventa vittime di chi ragiona in modo più potente di noi.
Sembra di sentire le parole del premio Nobel Giorgio Parisi che, a proposito delle intelligenze artificiali, ricorda come sia necessario governare questi strumenti in modo consapevole. Ovviamente l’evoluzione tecnologica non va demonizzata in sé e per sé, ma inserita in modo equilibrato nella vita di tutti i giorni. Pena un declino che, purtroppo, in molti ambiti è già in atto. Cosa fare allora? Sarebbe ideale, per la scrittrice, non rinunciare alla propria capacità di sognare e pensare, confrontandosi anche con il negativo di questo mondo. Per imparare a superarlo, e non esserne sopraffatti.