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VALUTAZIONE

Un bambino infelice non imparerà mai, un insegnante dovrebbe mettere alla luce i talenti personali di ogni alunno


“Per insegnare il latino a Giovannino, non basta conoscere il latino; bisogna soprattutto conoscere Giovannino”, è una celebre frase che è stata attribuita a Rousseau e parla chiaramente di quanto sia importante, prima di intraprendere un progetto di insegnamento, conoscere i bambini e le loro esigenze, e soprattutto avere a cuore il loro benessere. In questi giorni, è diventato virale il post dell’insegnante Gabriele Camelo relativo ai giudizi che scrive sui quaderni dei loro alunni, che non sono voti, ma veri e propri messaggi di incoraggiamento, empatia e calore.

Valorizzare ogni alunno

Il maestro, intervistato da Radio Deejay link esterno, dichiara proprio che il suo intento è creare serenità e benessere in classe. “Ogni maestro stabilisce un rapporto personale con i propri bambini. Non c’è un apprendimento che non passi per la voglia di crescere, crescere bene. Quindi, la motivazione per me con i bambini è fondamentale. Se c’è un bambino triste, non imparerà mai l’italiano”, ha dichiarato al conduttore Gianluca Gazzoli.

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Per me sarebbe migliore e utile una valutazione personalizzata. Ma le valutazioni che dobbiamo usare oggi sono una serie di frasi preimpostate, pompose. E sì, sono difficili da comprendere. A questo punto… quasi meglio i numeri

il maestro Gabriele

La valutazione utilizzata dal maestro Gabriele è perfettamente in linea con la nuova valutazione ministeriale. La valutazione deve infatti accompagnare il processo di apprendimento e non essere essa stessa l’obiettivo finale da raggiungere; deve essere finalizzata alla crescita, senza giudicare o marchiare in modo definitivo. Il sussidiario “Missione Compiuta” link esterno del Gruppo ELI condivide esattamente questa filosofia. Valutare deve essere uno strumento di crescita personale.

Il Quaderno delle verifiche, strumento per valutare e autovalutarsi

Le verifiche di “Missione Compiuta Discipline 4-5” sono state concepite, infatti, “per crescere e non solo per valutare”. Nella mia classe, questo sussidiario ha rivoluzionato la didattica. Innanzitutto, il Quaderno delle verifiche, inserto del sussidiario, è strutturato in modo da essere anche uno strumento di autovalutazione per i bambini, ma non solo.

Il fatto che il sussidiario sia progettato sia per la classe quarta sia per la classe quinta è un altro punto di forza: ciò che ho notato è che i miei alunni di quinta sono motivati ad andare a riguardare le attività che avevano svolto anche l’anno precedente. Questo fa vedere loro tutti i progressi che hanno compiuto, caricandoli ancora di più di gioia e di motivazione ad andare avanti.

Valutare = dare valore

Secondo la concezione di “Missione Compiuta”, valutare significa proprio “dare valore”. Esattamente come fa il maestro Gabriele con i suoi alunni: non si limita a descrivere le attività eseguite, ma dà valore a ogni bambino sottolineandone i talenti, le capacità e i punti di forza. È proprio questo che dovrebbe diventare la valutazione a scuola: un momento per mettersi allo specchio e osservare tutti i propri progressi, considerando i punti deboli come qualcosa che si supererà, non una fonte di ansia da prestazione.

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Ogni bambino possiede qualcosa di bello, un talento, qualcosa su cui puntare per accrescere la motivazione ad apprendere e incoraggiare. Il maestro Gabriele la pensa proprio così: “Io punto sui talenti, sulle luci interiori. Educare significa: tirare fuori e mettere la luce. E quello che deve fare un insegnante è mettere alla luce i talenti personali di ogni bambino. Quello che io faccio è puntare sulle cose belle dei bambini”, ha concluso nell’intervista su Radio Deejay. Anche “Missione Compiuta” si propone di far lavorare ogni bambino sfruttando le sue migliori capacità. Il corso, infatti, promuove un apprendimento attivo, molto operativo e pratico, in cui ogni bambino può valorizzare il suo tipo di intelligenza.

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