“…saper usare le parole in modo appropriato ci permette da un lato di stare molto meglio e dall’altro di influenzare in modo positivo le interazioni di cui siamo ogni giorno protagonisti, proprio perché la parola determina di fatto un cambiamento di comportamento”.
Chi è Paolo Borzacchiello
Paolo Borzacchiello è uno studioso dell’interazione umana e in particolare del linguaggio. Il linguaggio, secondo lui, è in grado di plasmare la nostra vita e di cambiarla, a noi o agli altri. Esperto di intelligenza linguistica applicata al business, Borzacchiello è uno dei più grandi formatori e trainer in ambito aziendale e da anni aiuta manager, imprenditori e aziende a migliorare sul piano della comunicazione. Ha fondato la HCE Research Institute.
Le parole rendono reale ciò di cui si parla
Secondo Paolo Borzacchiello, parlare di qualcosa lo rende reale. Per questo è necessario usare molta attenzione: “Menzionare qualcosa ne rinforza la presenza. Parlare di una cosa la fa diventare vera nel cervello delle persone”. Se si parla di un animale, per esempio, l’animale compare nell’immaginazione di chi ascolta, e ciò vale anche usando la negazione. La negazione non ha effetto: se diciamo a qualcuno di non pensare a un elefante, l’elefante sarà la prima cosa che verrà in mente a questa persona. L’uso di determinati concetti può cambiare, inoltre, la percezione di chi ascolta e renderla positiva o negativa. Per citare qualche esempio, il termine buio ci fa pensare a qualcosa di negativo, il termine luce a qualcosa di positivo. Anche le parole su e giù possono influenzare molto nel percepire qualcosa come favorevole o sfavorevole.
Linguaggio: complicazione o vantaggio?
La comunicazione è qualcosa che si impara: i bambini la imparano da noi adulti e spesso è proprio l’apprendimento di certe forme a complicarci la vita. Pensiamo al fatto che spesso, quando ci rivolgiamo a qualcuno, siamo tentati dal chiedere scusa perché lo stiamo disturbando: ci viene insegnato che esprimerci e parlare può arrecare un disturbo, ciò ci fa inconsciamente sentire sbagliati e ci distoglie dal voler comunicare. Bisognerebbe, invece, scegliere una frase diversa, per esempio “Ciao, sei libero in questo momento?” diretto alla persona con cui vogliamo parlare. Esprime sempre cortesia nell’approccio ma ha un significato molto più positivo, che non sottintende negatività o “fastidio” legati al nostro intervento.
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Le parole per vendere e per abbindolare
Purtroppo, attualmente, pare che gli unici interessati alla comunicazione efficace siano i venditori, anche se pare che questo ambito stia guadagnando terreno anche nel mondo della medicina e della farmacologia. Comunicare con i pazienti può fare davvero la differenza, nell’ambito di un percorso di cura o della scelta di un farmaco. “La scienza del linguaggio andrebbe insegnata a scuola”, secondo Borzacchiello, ma allo stesso tempo non c’è molto interesse affinché questo avvenga e le persone diventino consce dei meccanismi comunicativi in cui sono immersi. Pensiamo alla politica. Se tutti comprendessimo le intenzioni dei politici e dei media saremmo meno manipolabili e abbindolabili.